Benvenuta, Ditaji Kambundji!
Ditaji Kambundji, che cosa significa «salute» per un’atleta professionista?
Ditaji Kambundji: È del tutto ovvio: godere di buona salute è qualcosa di fondamentale nella vita di una persona e, com’è facile immaginare, questo è particolarmente vero quando questa persona è un’atleta. Anche se, coi miei 19 anni, sono ancora una sportiva giovane, ho capito da tempo, anche grazie alle mie tre sorelle maggiori, che anche il singolo può fare un sacco di cose per vivere in modo sano ed essere in salute. Non parlo solo di un’alimentazione adeguata o di dormire a sufficienza, ma anche di dare una tregua al proprio corpo dopo allenamenti particolarmente duri e di includere nel piano di allenamento il tempo per recuperare.
Le è mai capitato di ferirsi o ammalarsi in modo grave?
Per fortuna no. Una brutta lesione è un problema serissimo per una sportiva o uno sportivo: me ne sono resa conto guardando i miei colleghi. È una sofferenza. Mi è già capitato di procurarmi dei principi di strappo ai legamenti, ma mai niente di davvero grave.
Lei è una delle migliori corritrici a ostacoli al mondo. È sempre stata così atletica anche da bambina?
Secondo la mia famiglia sono sempre stata vivace e scatenata. Muovermi è sempre stato importante per me, anche se – logicamente – in quanto «piccolina» di una serie di quattro sorelle è vero che gli esempi da imitare non sono mai mancati. Quando sono nata, le mie sorelle avevano 12, 10 e 6 anni.
In quali sport si è cimentata da piccola?
Tantissimi, ad esempio ho fatto ginnastica artistica e anche ballo. E presto, già a cinque anni, ho iniziato con l’atletica leggera, perché lo facevano anche le mie sorelle. Le mie preferite sono sempre state le gare di velocità, in cui ben presto ho iniziato a partecipare anche alle gare multiple. La corsa a ostacoli in realtà è arrivata dopo, quando a circa 16-17 anni sono passata dalle gare multiple in cinque discipline a quelle in sette. Poco dopo, mi ci sono specializzata.
C’è una disciplina sportiva che Le piacerebbe sperimentare?
Purtroppo non ho tempo per potermi cimentare in un’altra disciplina a livello agonistico. Ci sono tante cose che mi affascinano; da bambina mi divertivo molto anche in settimana bianca. Però, quando ho cercato di imparare ad andare in snowboard, mi sono rotta un braccio proprio il secondo giorno di corso. Anni dopo mi sono divertita a fare un po’ di snowboarding ogni tanto, ma da diversi anni l’atletica leggera occupa un posto molto grande della mia vita.
Lei ha almeno la stessa dose di talento di Mujinga e l’anno scorso è risultata campionessa agli Europei under 20. Che cosa si aspetta ancora da se stessa?
Ho imparato che prefiggendosi obiettivi troppo ambiziosi ci si mette solo sotto pressione. A me, una cosa del genere non serve a nulla. Sono ambiziosa, ma non accanita e voglio mantenere questa leggerezza ad ogni costo. Non si può riuscire sempre e dovrò essere in grado di gestire le mie delusioni. Ad ogni modo, mi sento di dire che aspetto di ottenere ancora tanti successi. Ma procedo passo dopo passo.
Prima di tutto, quest’estate del 2022 dovrò superare la maturità al liceo sportivo Neufeld a Berna. Poi mi prenderò sicuramente un anno di pausa in cui cambierò più volte idea su cosa voglio studiare all’università (ride). Non mi ci stresso, voglio godermi questo periodo fin da ora. E a maggio compirò 20 anni.
Oltre alle Sue sorelle, ha altri modelli sportivi?
Penso che l’ostacolista Nia Ali sia una donna e un’atleta eccezionale. Non solo perché ha vinto titoli importanti, ma anche perché ha avuto tre gravidanze e poi è sempre riuscita a tornare in perfetta forma.
Ancora una cosa: ci racconta se svolge un rituale particolare prima delle gare?
Non sono una persona superstiziosa o cose del genere. Quel che faccio è prendermi tempo per me, farmi una bella acconciatura, truccarmi. È anche un modo per riflettere su me stessa, mi serve perché mi fa bene e mi distrae. E anche perché so che durante la gara se non altro sarò contenta almeno del mio aspetto (sorride).
Prima ha parlato di alimentazione sana. Cosa significa per Lei?
Bisogna trovare una buona via di mezzo tra piacere e disciplina. Quel che conta è la misura, che è un concetto diverso per ognuno di noi.
Non sono né vegetariana, né vegana. Mi piace molto gustarmi una bella bistecca ogni tanto. Mangio tanta verdura e tanta insalata, ma devo anche assicurarmi di assumere abbastanza proteine e carboidrati. Una cosa è chiara: mangiare sano vuol dire cucinare cibi freschi. Vivo ancora a casa dei miei genitori, il che può essere molto pratico (sorride), ma cucino spesso e volentieri anche io.
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«Didi», la campionessa europea under 20
Ditaji Kambundji compirà 20 anni a maggio. È ritenuta una dei più grandi talenti a livello mondiale nei 100 metri a ostacoli e nel 2021, ai Campionati europei under 23 di atletica leggera disputatisi a Tallinn, si è laureata campionessa europea U20 facendo anche registrare il tempo record. Figlia di mamma svizzera e papà congolese, è cresciuta insieme alle sue sorelle maggiori a Liebefeld, vicino a Berna. Come velocista, Ditaji, che tutti chiamano «Didi», segue le orme di sua sorella Mujinga, anche lei ambasciatrice di Visana.
Il suo hobby preferito sono i viaggi; ricorda con piacere un viaggio in Costa Rica nel 2019. Le piacerebbe visitare Cuba o tornare a Tokio, visto che l’anno scorso, in occasione dei Giochi olimpici estivi, ha visto poco della capitale giapponese a causa delle misure a contrasto della pandemia.
Ditaji Kambundji è un’amante del sushi, delle piante e delle tartarughe. Le piace cucinare e la sua città preferita è Parigi. Capita a fagiolo, perché le prossime Olimpiadi estive, in programma nel 2024, si svolgeranno proprio nella metropoli francese.